martedì 8 maggio 2012

Perdersi - Lisa Genova

Piccolo preambolo.
Ciao a tutti,
non non vi sbagliate. E' la seconda recensione di questo libro. Libro che aveva trovato la Titti e che mi ha consigliato vivamente.
Pensare che tempo fa per lei leggere era quasi una tortura ed ora invece consiglia anche libri è una cosa meravigliosa. Potere dei libri, delle parole, della magia di alcuni scrittori di riuscire a farci provare delle emozioni.

Voto 7

Consigliato a chi: ha qualche parente che soffre di Alzheimer, a chi conosce persone che soffrono di malattie mentali, a chi non ha paura di piangere.


Durante la lettura di questo libro si piange molto. E non perchè sia scritto in modo retorico o strappalacrime. Semplicemente perchè mette davanti agli occhi qualcosa che spesso nella vita di oggi si tende a nascondere: il decadimento fisico e mentale.
L'oggetto della narrazione non è ispirato ad una storia vera ma l'autrice ha speso molti anni nello studio e nel confronto con persone che soffrivano o cercavano di curare questa patologia. Scorrendo le pagine si ha quindi l'impressione di assistere da vicino alla storia della protagonista.
Trama:
Alice è una docente ad Harvard, sposata con John e madre di tre figli. All'alba dei cinquant'anni si accorge di essere vittima di dimenticanze e lapsus sempre più frequenti. Accusando altri sintomi che si potevano associare alla menopausa, all'inizio sottovaluta perfino la volta che si perde dietro casa. Insegnando psicologia all'università però intuisce che c'è qualcosa di più che una semplice menopausa e già dalla prima visita da un neurologo scopre che la realtà è ben diversa e purtroppo irreversibile ed incurabile. Le viene diagnosticato l'Alzheimer presenile e di lì in poi cambierà tutto, sia lei che la sua famiglia. Nessuna fragile speranza le viene da parte dei medici che si occupano solo di prescriverle farmaci attualmente inutili. Decisa a non lasciarsi abbattere da un destino ineluttabile, affida la sua memoria a
breve termine all'inseparabile blackberry che suona ogni giorno ricordandole ciò che da sola non riesce a fare.
Il libro è una forte testimonianza di come non solo una vita ma un'intera famiglia possa esser sconvolta da un qualcosa di così temuto come la malattia mentale.
La protagonista arriva anche ad augurarsi un tumore piuttosto che quel deterioramento estremo delle sue facoltà cognitive. Il tumore, dice, è qualcosa che "avvicina". La persona malata soffre pene fisiche tremende ma mentalmente è presente fino agli ultimi momenti mentre chi ha un problema mentale viene additato con paura e con paura viene guardato mentre non riconosce più neanche le persone che hanno vissuto con lui ogni momento della sua vita.
La cosa tremenda è che Alice, oltre ad essere la vittima di questo infelice destino, si trova a dover affrontare anche la difficolta di chi le sta vicino e non vuole accettare l'inevitabile.
Alice viene seguita passo passo durante l'evolversi della malattia che ogni giorno le porta via qualcosa di sé. Quando ancora la memoria a breve termine era decentemente affidabile aveva ideato un piano per quando non sarebbe stata più in grado neanche di dire dove abitava o quanti figli aveva. Il Piano Farfalla. Peccato che quando arriva quel giorno, anche solo trovare un file sul computer e cliccare sull'icona farfalla sia qualcosa di troppo difficile per le sue capacità cognitive.
Tremendo quando si perde in casa sua senza riuscire a trovare il bagno.
Tremendo quando dopo una recita della figlia le chiede: "qual'è il suo nome signorina, la rivedremo presto?".
Tremendo quando a cena con amici non riesce più a seguire il filo della conversazione e si perde a pensare alla madre e alla sorella morte decine di anni prima.
Tremendo come una persona possa essere integra fisicamente ma completamente persa del suo Io.
Azzeccatissimo il titolo che rende in modo efficace la cosa più tremenda di questa malattia: il non ricordare più chi si è conosciuto e chi si è stati.
Ci può essere qualcosa di peggiore?

E' un libro difficile.
Difficile perchè affronta un tema come quello della malattia mentale che fa paura come pochi. Eppure è un dovere leggere e sapere che può capitare nella vita a noi o a qualcuno vicino a noi.
E' anche un invito a cercare di trattare meglio le persone che soffrono di questa malattia perchè anche se è inevitabile andare avanti...non bisogna dimenticare mai cosa sono state. Sono state persone come noi che hanno vissuto, amato, odiato, pensato, parlato e che...non se lo ricordano più.

Alla fine la protagonista non riesce a mettere in atto il piano che aveva progettato quando ancora era in possesso delle sue capacità mentali. La sua famiglia va avanti e la affida ad una badante. Lei è felice quando gli altri sono felici perchè...se loro lo sono, perchè lei non dovrebbe esserlo? Il finale come sempre è la parte più difficile dei libri e anche in questo caso mi sarei aspettata qualcosa di più.


Ad oggi ancora non ci sono cure e questo libro può essere solo uno dei tanti suggerimenti inutili per chi soffre, direttamente o indirettamente, di questa malattia. Però lo consiglio vivamente perchè per 288 pagine fa riflettere su quanto siamo fortunati a non essere persi.

1 commento:

  1. Ottima recensione (più o meno come la mia :-)). Questo libro è davvero da leggere e se lo leggete armatevi di fazzoletti di carta!

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