lunedì 30 aprile 2012

Street Dance 2


Voto 3

Consigliato a chi ama i film in cui si balla

Il primo film sul ballo con attori...brutti.
Il protagonista è Falk Hentschel che può esser di incoraggiamento a tutti gli uomini con la mascella allungata negli approci con le donne.
Il motivo per cui è stato scelto non lo si capisce fino al minuto 80 quando...balla senza maglietta e via l'ennesimo corpo mega scolpito con gli addominali quasi a saltare fuori dallo schermo. Peccato che sembri avere poco a che fare col ballo, anche se qui si tratta di street dance. La scena più credibile è quando cade dopo aver fatto un passo in evoluzione...
La protagonista femminile è Sofia Boutella gran fisico ma viso che non incontra il mio gusto (su internet però ho scoperto che ha ballato per Madonna e quindi si capisce anche qui il perchè della sua scelta).
Ennesima trama scontatissima, con la crew di ballerini scovati in ogni angolo d'Europa che sfidano gli invincibili (che fantasia) e...indovinate un pò?!
La "cosa nuova " sarebbe quella di proporre un nuovo stile: la strett dance che si unisce alla salsa. Mah...
Se in questo genere di film si sa che la trama è poca cosa, si sa anche che la colonna sonora è la parte migliore! Ma qui non c'è neanche quella!!!
Per me...è no! Bocciato.





The Avengers

Voto 6

Consigliato agli appassionati di fumetti e di storie di supereroi


Se dovessi descrivere questo film in poche parole userei: veloce, scuro e scontato.
Quindi totalmente negativo?
Diciamo che sarebbe stato stupido presentarsi in sala con l' aspettativa di vedere il film dell'anno (anche se nel trailer osano dirlo).
La cosa più fastidiosa è che i personaggi non vengono "presentati". Si da per scontato che il pubblico riconosca nel biondo palestrato con il martello telecomandato il Dio Thor. O che Robert Downey Junior sia IronMan eppure...non tutti potrebbero aver visto i film relativi ai singoli supereroi negli anni passati.
La storia poi è

venerdì 27 aprile 2012

Una questione intima

Per anni abbiamo sorriso delle reclames di quella marca di assorbenti le cui protagoniste mostravano come il ciclo mestruale non fosse di impedimento alle attività di tutti i giorni come: fare ruote, buttarsi col paracadute o arrampicarsi su di una parete rocciosa a mani libere...
Cose che appunto si fanno tutti i giorni, no?
Diciamo che almeno c'è stato un progresso nel pensiero poichè anni addietro, la stessa marca di assorbenti, mostrava le sue testimonial che correvano scalze su di un prato gridando: "asciutta e libera come una farfalla!". Moderne figlie dei fiori non drogate ma con le stesse fantasie allucinogene...
Capisco che gli assorbenti, il loro utilizzo ecc. possa essere un qualcosa di sconosciuto per l'altra metà del mondo, ovvero gli uomini, che ancora oggi sono spiazzati da questo ciclico evento.
La richiesta, al proprio fidanzato - amico - marito, di comprare una confezione di assorbenti  causa ancora oggi vergogna e smarrimento. E assoluti momenti di ilarità nella richiedente.
Dopotutto è un qualcosa di cui poco si parla se non come qualcosa di comico. E' assurdo come l'idea del ciclo sia stata associata alla possibilità di fare delle attività (assurde). Come se ci volesse una testimonianza dal massimo mezzo di comunicazione per dire al mondo che siamo delle persone "capaci" anche in quei giorni lì.
Una campagna pubblicitaria ancora peggiore è

giovedì 26 aprile 2012

Una BIANCANEVA ampiamente rivisitata

Voto 5+

Consigliato a chi: non si stanca mai di sentir raccontare le vecchie storie

Non è un cartone ma un film.
Le parti più belle sono quella iniziale e quella finale.
All'inizio, la strega cattiva racconta della nascita di Biancaneve e di come ha conquistato il re suo padre. Sono una serie di scene stupende a metà tra il cartone animato e l'animazione di marionette. Suggestiva.
L'altro bel momento arriva a film concluso e lo potete vedere qui!
Splendida come sempre Julia Roberts, mentre la protagonista Lily Collins è memorabile solo per le sopracciglia (ma davvero lei nella vita vera ne ha di simili?!).
Il principe è Armie Hammer già visto nel film con DiCaprio mesi fa.
Niente di particolarmente nuovo se non che i nani sono dei fuorilegge.

lunedì 23 aprile 2012

Un abbandono particolare - storia vera

Questa che sto per scrivervi è una storia vera e purtroppo...si ripete ogni Sabato.
Numerose associazioni benefiche stanno cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica e anche questo mio scritto è un piccolo contributo alla necessità di far sapere ciò che succede vicino a noi. Più vicino di quanto si pensi.
Ogni Sabato mattina una donna si avvicina all'oggetto da salvare, lo usa, lo bistratta e dopo poche ore...se ne libera.
La cosa va avanti da mesi. Da anni!
Sotto
gli
occhi
di
tutti.
Il problema è che le persone si trovano spiazzate dalla sua sfacciataggine. Ogni tanto si vedono mariti e mogli sussurrarsi parole di stupore e lanciare occhiate di sdegno ma al giorno d'oggi...chi si fida più ad intervenire per soccorrere qualcuno?
Il fatto è che purtroppo non è solo una donna a rendersi protagonista di quel gesto, sono anche uomini, anziani...siete anche voi che leggete.
Magari non lo fate di Sabato ma sono sicura che molti di voi lo fanno almeno una volta alla settimana.
Se vogliamo che il mondo cambi...dobbiamo essere noi i primi a provare a cambiare.
Capisco a volte sia faticoso e difficoltoso ma dopotutto...una volta che lo si prende, si ha un impegno.
Non possiamo

Vigevano 2011/2012: ennesima salvezza in B1!


Un anno faticoso si può dire già quasi finito.
La prima cosa che mi viene in mente da dire è che è volato.
Sarà che sto diventando vecchia :-)

A due giornate dalla conclusione del campionato arriva una salvezza insperata.
Questo era l'obiettivo ad inizio anno e per buona parte del campionato sembrava una cosa scontata, un'ovvietà poi...una sconfitta via l'altra ci ha portate a non avere più alcuna certezza e a vivere le ultime giornate con vera apprensione e sconforto.
Devo ammettere che la salvezza arriva grazie ad una concomitanza di eventi a nostro favore.
Ci giocavamo la salvezza contro Villa Cortese delle ragazzine arrembanti che...sono state chiamate in prima squadra a fare un torneo di serie A. Sabato 21 aprile ci siamo quindi trovate a giocare contro la loro prima divisione e...perdere sarebbe stato impossibile (oltre che vergognoso).
Facendo tre punti ci siamo portate a +8 dalle dirette inseguitrici, raggiungendo così una salevzza matematica che ci fa vivere le ultime due gare con maggiore serenità.

Questo è stato il mio primo anno fuori casa, quindi lavoro casa e pallavolo un bel mix che ha messo a dura prova la mia resistenza psichica e fisica.
Eppure ce l'ho fatta. Lo so le grandi imprese sono altre...ma sono davvero soddisfatta per questo che ritengo comunque un grande risultato. Mantenere quella categoria in cui sognavo di giocare da bambina e per cui, per molti, non sarei mai stata in grado di farlo.
Nella vita si sa ci vuole anche fortuna e...eccomi qui a festeggiare per una salvezza perchè bisogna essere soddisfatti di ogni risultato che si ottiene se ha richiesto impegno e sacrificio e ci ha visto mettere tutto quello che avevamo oltre a volontà e passione.

Un grazie su tutti alla Titti!!!

venerdì 20 aprile 2012

Cosa significa essere (della) vergine

VERGINE
23 agosto - 22 settembre

Tratto dal libro SFIGOLOGY

Quelli che la sanno lunga (ma hanno tanto bisogno damore)

Elemento:
Terra. La terra della Vergine è un campicello affidabile che vi fornisce tutto quello di cui avete bisogno. Basta innaffiare e concimare.
Qualità:
Mutevole. L’umore della Vergine ondeggia tra il pedante, l’eccentrico e l’ipercritico.
Pianeta dominante:
Mercurio, il dio del "pane al pane e vino al vino". Anche se siete inappetenti e astemi.
Passatempo preferito:
preoccuparsi.
Libro preferito:
1001 modi per raggiungere l’organizzazione Perfetta.
Modello di comportamento:
Brontolo.
Mestiere dei sogni:
organizzatore di ripostigli.
Frase chiave:
"Così non funzionerà mai."
Parte del corpo:
le unghie. Perennemente rosicchiate per scaricare il nervosismo. (questa per me non è vera!)
Maneggiare con cautela.
La Vergine, il sesto segno dello Zodiaco, vive nella Casa dell’Assistenza e della Salute. L’astrologia buonista la dipinge come modesta, pratica, logica, perspicace e meticolosa. Una descrizione più accurata rivela che in realtà si tratta di una

giovedì 19 aprile 2012

It can't rain all the time

(Hello everyone,
I'll try to do an English version of my post.
For correction and suggestions ... feel free to contact me!)

This morning, when I was about to leave the underground, I thought: "It can not rain forever."
The strange thing is that when I thought the sky was still clear (but I was informed of "the future" by the news weather).
This afternoon the sky was quickly covered with huge gray clouds and came down so much water that it seemed the day ... night.
Some of you may remember the sentence of the title because it was sayed in the film "The Raven", that became a cult classic thanks to "her" and his protagonist.
Some time ago a cinema's magazine has launched a quiz among readers. Purpose? Find out which features were most of the films seen.
That crow has settled among the first places.
In fact, I remember that not only today but many years ago when the film was released (1994), was full of diaries written with that sentence in a thousand different styles.
It 'a phrase so striking, that comes into mind.
But what is so special to become a slogan, a motto, a philosophy of life (even) for several generations?

"PERDERSI" di Lisa Genova

Non so bene che cosa spinge una persona a prendere un libro al posto di un altro. Sono entrata alla Feltrinelli sperando di trovare qualcosa che mi facesse dimenticare a breve la delusione Moccia e girando tra gli scaffali mi sono imbattuta in questo libro con la copertina verde con una farfalla stampata nel mezzo..il titolo "PERDERSI", la scrittrice LISA GENOVA.

La storia che viene raccontata è quella di una rispettata docente universitaria, moglie e madre di 3 figli grandi, che all'età di 50 anni inizia pian piano a perdere la memoria a causa di una forma di Alzheimer presenile: una parola dimenticata durante una lezione, gli ingredienti di una torta preparata a memoria per anni, la dimenticanza della strada che la riporta a casa fino ad arrivare al non riconoscere più i propri cari "Sapeva di avere una figlia di nome Lydia, ma quando guardava la giovane donna che aveva di fronte, sapere che quella era sua figlia Lydia era più una nozione accademica che una vera certezza, un fatto su cui concordare, un'informazione che aveva ricevuto e accettato come vera".

Viene raccontato in modo molto semplice e chiaro il lento declino di questa donna, il calvario delle visite (all'inizio fatte da sola per non pesare sulla famiglia) che la porteranno a conoscere il suo destino, le umiliazioni che subirà soprattutto in ambito lavorativo, il cambiamento nei rapporti con il marito e con i figli, il cercare di ricostruirsi cercando conforto in chi come lei è stato colto da questo male, in pratica il tremendo percorso che la porterà alla totale demenza.

mercoledì 18 aprile 2012

It can't rain all the time

Questa mattina quando stavo per uscire dalla metropolitana ho pensato: "Non può piovere per sempre".
La cosa strana è che l'ho pensata quando il cielo era ancora chiaro (ma ero comunque informata del "futuro" dal notiziario meteo).
Questo pomeriggio invece il cielo si è velocemente coperto di enormi nuvoloni grigi e ne è venuta giù tanta da far sembrare il giorno...notte.

Alcuni di voi ricorderanno la frase che ho scritto sopra in corsivo perchè è stata pronunciata durante il film "Il Corvo",  diventato un cult grazie a "lei" ed al protagonista.

Qualche tempo fa una rivista che si occupa di cinema ha indetto un corcorso tra i lettori. Scopo? Scoprire quali erano le frasi più caratteristiche dei film visti.
Quella del corvo si è stabilita tra i primi posti.

Infatti ricordo che non solo oggi ma molti anni fa, quando è uscito il film (1994), era pieno di diari con scritto su quella frase in mille stili diversi.
E' quindi una frase che colpisce, che entra nella mente.
Ma cos'ha di tanto particolare da diventare uno slogan, un motto, una filosofia di vita (addirittura) per diverse generazioni?

martedì 17 aprile 2012

Un duetto da brividi: Mina e Leali

Ogni tanto metto delle parole a caso in youtube e saltano fuori delle canzoni che non avevo mai sentito ma che poi mi conquistano al volo.
Questa è una di quelle. Anno 1986. La trovate a questo link E via di qua.
Ecco il testo:
I discorsi del vento,
le colline, la serenità,
il camminare più lento
della piccola comunità
dove sanno tutti
tutto quello che si fa.
Strade che ti stringono addosso,
condannato alla velocità,
ogni semaforo rosso
è un insulto alla mia libertà.
Quante volte ho detto
"me ne vado via di qua!"
E via di qua dove il tempo si riposa
E via di qua dove l'ombra si dirada
E via di qua dove un passo è già una casa,
però dico che me ne andrò
ma quando non so.
Da un anonimato selvaggio
difendiamo un po' di intimità,
prego lasciare messaggio
qualcheduno vi richiamerà.
Svendita totale per cessata attività
anche un camion di spazzatura
col lampeggiatore giallo e blu
è un rumore che rassicura
dentro il buio che respiri tu
gente del mio spazio,
gente della mia tribù.
E via di qua dove il tempo si riposa
E via di qua dove l'ombra si dirada
E via di qua dove non esiste offesa,
però dico che me ne andrò ma quando non so.
E via di qua dove il tempo si riposa
E via di qua dove l'ombra si dirada
E via di qua dove un passo è già una casa,
però dico che me ne andrò
ma quando non so
ma quando non so
ma quando non so

mercoledì 11 aprile 2012

Firenze a modo mio

Ero già stata a Firenze nel 2009. A Settembre e arrivandoci in treno. Faceva caldissimo e l'eurostar sembrava volare.
Oggi, prendere un eurostar costa 55€ a persona solo l'andata e va bene che arriva in 1 ora e 30 minuti ma è una spesa (per me) eccessiva.
Così questa volta sono tornata in questa città che mi aveva toccato il cuore in...auto.
Partenza ore 6 di mattina del giorno 7 aprile 2012 e arrivo a Firenze alle ore 10 (ma con pausa di mezz'ora in autogrill). Per strada non c'era un minimo di traffico. Spettacolo.
Su internet ho trovato un'offerta interessantissima a questo indirizzo: http://www.residencefiesole.com/ , soluzione che vi consiglio vivamente (i proprietari sono gentilissimi e se cercate residence fiesole su google maps c'è la mia recensione).
Il prezzo pagato per il soggiorno dal 7 aprile al 9 aprile (ore 19 di sera, notare l'orario!) 2012 è stato di 200€: fantastico. L'appartamento (nuovissimo) ha un solo locale attrezzato con letto matrimoniale, divano letto, cucina e bagno. Tavolo, tv, riscaldamento/condizionamento, wifi e parcheggio privato. Ci hanno fatto trovare anche succhi e brioches!


Fiesole è una sorta di quartiere distaccato da Firenze - circa 8 km - ma collegato in maniera ottimale da un autobus, il numero 7, che fermava davanti all'appartamento e si fermava in piazza San Marco
a due passi dal Duomo. Il tutto in solo VENTI minuti!
Piazzata la macchina nel parcheggio (gratuito) dell'appartamento, la prima cosa da fare è stata la carta agile, una soluzione che permette tanti viaggi. Netto risparmio rispetto al comperare i biglietti singoli (1 biglietto costa 1,20€). La cosa fighissima è che a Firenze i biglietti si possono fare: o comprandoli o facendolo chiedendo al conducente (2€) oppure mandando un sms all'Ataf (la nostra ATM o comunque la società che si occupa dei trsporti)!
In via Ricasoli, la via che collega piazza San Marco alla piazza del Duomo, c'è un supermercatino utilissimo per farsi i panini o prendere tutto il necessario per una casa.
I miei posti preferiti sono:
piazza San Lorenzo con le sue centinaia di bancarelle di borse in pelle: un "paradiso" della contrattazione
piazzale Michelangiolo con le bancarelle con le magliette a 5€ e le felpe a 10€ (le più economiche della città) ma sopratutto con un panorama fantastico. Solo che per raggiungerlo bisogna farsi una salita che costa davvero una fatica immensa.
Questa città è bella perchè ricca di storia ed arte e perchè...si gira tutta a piedi. Il sole la fa risplendere di una luce che ti rimarrà sempre nel cuore.

A breve inseritò qualche foto e qualche altra "chicca"
veduta di fronte a casa, via San Domenico, Fiesole


mercoledì 4 aprile 2012

Filastroccheggiando a Vigevano

Era sorta una nuova mattina
non si sentiva nessun canto di gallina
Solo un rumore lo stesso molesto:
era il coniglio che rosicchiava il cesto!
Scavalca scarpe, vestiti e stendini
Raggiungi il bagno a passi piccolini.
Di fronte al water uno strano duca
Un pesce dalla simpatica rossa nuca.
Nuota e sguazza continuamente
Anche quando l’acqua non è più trasparente...
Passi in cucina, senza finestre
Respiri un odore che diresti...equestre.
Invece si tratta di natura pura
Una balla di fieno attaccata alle mura!
Scendi le scale e arrivi alla corte
veloce apri l’ultima di mille porte.
Attraversi la strada "direzione verdura"
lasciandoti alle spalle una tremenda calura.
Arrivi nel tuo negozio preferito
Che ti serve dalla pasta al bollito.
Non fai in tempo a strappare il biglietto
Che una sciura ti passa davanti di getto
Non fa neanche finta di averti vista
E declama al commesso un’infinita lista.
Cambi idea e prendi il pane confezionato
E quando arrivi in cassa senti un boato.
Usare il bancomat crea scompiglio

"L'UOMO CHE NON VOLEVA AMARE" di F. Moccia

Non sono mai stata una grande lettrice ma, ultimamente, mi sono ritrovata a leggere più e più libri.

Sono passati 8 anni da quando per la prima volta ho preso in mano un libro di Federico Moccia "TRE METRI SOPRA IL CIELO" e la storia di Step e Babi mi aveva tenuta appiccicata al libro. Poi è stata la volta di "HO VOGLIA DI TE", "SCUSA MA TI CHIAMO AMORE", "AMORE14" e "SCUSA MA TI VOGLIO SPOSARE".

La settimana scorsa entro alla FELTRINELLI e vedo un Moccia's book dal titolo "L'UOMO CHE NON VOLEVA AMARE" ed io da sempre lettrice di Moccia come avrei potuto resistere? Prendo il libro, pago ed esco.

La storia in breve: Tancredi un bellissimo e ricchissimo uomo, con una ferita ancora aperta per il suicidio della sorella, incontra (in un improbabile incontro) Sofia una pianista di fama mondiale che ha smesso di suonare per un voto d'amore verso Andrea suo marito paralizzato dopo un incidente in moto.
Tancredi che con i suoi potenti mezzi può arrivare ovunque inizia un serrato corteggiamento verso Sofia, la cosa tristissima è che lui ottiene, prima di ottenere lei, tutte le informazioni su questa donna (comprese foto-diari-video) fin da quando è nata. Il corteggiamento di quest'uomo è calcolato in ogni minimo dettaglio in quanto conosce perfettamente ogni angolo della vita di Sofia.
Ne esce fuori una PESSIMA sorta di PROPOSTA INDECENTE: Sofia, dopo varie proposte,  accetterà di passare 5 giorni con Tancredi nella sua isoletta alle Fiji per la modica cifra di 5 milioni di euro che guarda caso erano quelli necessari per l'operazione che avrebbe dato la possibilità ad Andrea di tornare a camminare.
Il risultato sono 5 giorni di VOLGARISSIMA passione (nel quale l'autore non tralascia nessun dettaglio), il marito Andrea che non sospetta nulla ritornerà a camminare e lei molla Andrea e Tancredi per raggiungere la sua maestra di piano in Russia.
Nel libro l'autore lascia spazio (un capitoletto) al suicidio della sorella (che poi è la ferita che lui non riesce a chiudere e che da il titolo al libro) dovuto ad una storia di abuso familiare. Un tema così delicato e tremendo buttato li in due paginette neppure scritte tanto bene solo per scrivere qualcosa che potesse interessare.

Il mio voto per questo libro è sicuramente un QUATTRO.
Storia banale e senza senso. Scritta male e sembra un riciclo dei più fortunosi libri ma con i protagonisti  visti 10 anni dopo.
Assolutamente sconsigliato.

martedì 3 aprile 2012

Il Grande Gatsby - Francis Scott Fitzgerald

Consigliato: agli appassionati di storie americane

Voto: 7

Un vero e proprio tuffo nell'America degli anni '20. O almeno nell'idea che si ha dell'America di quegli anni. Enormi case con giardino, feste tra sconosciuti milionari e rapporti pieni di tensione.
219 pagine per una storia scritta con un linguaggio "moderno" e dal ritmo cinematografico (infatti a breve uscirà il film omonimo interpretato da Leonardo Di Caprio, sono curiosissima).
La storia è questa:
Nick Carraway va nell'Est per lavorare.
Qui va a trovare la cugina di secondo grado, Daisy, e suo marito Tom (famoso giocatore di polo).
Poche settimane dopo essersi trasferito nota che la casa del suo vicino è invasa ogni sera da centinaia di ospiti diversi che si divertono in feste esagerate. Il proprietario è Jay Gatsby, che scoprirà poi essere stato un flirt adolescenziale della cugina.
Il libro vola dal settimo capitolo in poi quando la storia inizia a farsi più chiara e ritmata.
Il finale è davvero degno di una trasposizione cinematografica e...non avrà un lieto fine perchè Gatsby, che ha cercato in tutti i modi di riscattarsi dalle sue origini modeste per ripresentarsi al meglio di fronte alla donna che gli aveva rubato il cuore (ed alla società), non si rende conto che il passato è tale proprio perchè non può più tornare.

Una citazione mi ha colpito molto: "un mondo nuovo, materiale senza essere reale, dove poveri spettri, respirando sogni come aria, andavano alla deriva a casaccio".

Mi è piaciuto.
Lo considerano uno dei primi romanzi sulla modernità e fa vedere, oggi come ieri, come nel mondo ci siano davvero poche belle persone.

lunedì 2 aprile 2012

Beisbol!

E poi fu la volta del baseball.
Ero in quinta elementare e andai alla prima lezione con il mio amico del cuore.
Eravamo in tanti, maschi e femmine giocavano (e si cambiavano) insieme.
Tutti volevamo lanciare. Il gesto era bellissimo e ci sembrava di essere dei super eroi che scagliavano palle infuocate. Il problema era che non sapevamo bene dove le lanciavamo e i pochi che venivano scelti per quel ruolo ci apparivano come dei privilegiati. L'altro ruolo ambito era il battitore. Con mazze più grandi di noi ci mettavamo impavidi davanti al lanciatore cercando di colpire qualsiasi cosa che passasse per aria. Era un ruolo ambito ma deprimente: i lanci che arrivavano erano pericolosi e le risposte fiacche. A me fu assegnato l'ultimo ruolo, quello che non piaceva a nessuno e che non so neanche bene come si definisca. Mi ha aiutata internet a ricordare, ero un esterno: giocatori che Si occupano di gestire il vasto campo esterno: corrono verso le palle che arrivano nella loro zona per cercare un'eliminazione al volo del battitore, altrimenti rilanciano velocemente la palla verso il campo interno, per fermare le corse sulle basi. Noiosissimo perchè non arrivava una palla e poi si doveva cercare di afferrarla con la sinistra (mano che aveva il guantone) e rilanciarla con la destra. Mi misero là dicendomi: "te che sei alta vai benissimo per questo ruolo!". Stavo li assopita quando una palla arrivo, centrandomi in piena faccia. Arrivava da una zona che non dovevo sorvegliare, da un bambino più piccolo che aspettava il fratello e l'allenatore per soccorrermi e farmi dimenticare il male si mise a raccontarmi di quanti e quali strati era fatta quella particolarissima pallina...
Stare li lontana da quello che reputavo il centro del gioco non mi piaceva però ricordo la prima (e forse ultima) pallina che riuscii ad intercettare al volo: fu un'emozione incredibile, ero riuscita a prendere un tiro partito da lontano facendo un salto che ho ancora in mente al rallentatore. Era stato divertentissimo ma non era riuscito comunque a farmi amare quello sport. Anche perchè poco tempo dopo ci comunicarono che maschi e femmine, se volevano partecipare ad un campionat
o, dovevano iscriversi in squadre diverse e io decisi di lasciare questa (passeggera) passione ai miei amici, senza proseguire oltre.

Esperimenti prima della pallavolo: vai col tempo!

Il primo sport che ho fatto è stato nuoto sincronizzato. E non sto scherzando!
Andavo alle elementari e la scuola ci aveva fatto fare delle lezioni di nuoto. Una delle insegnanti di nuoto insegnava anche quello sincronizzato e...perchè non provare?
Il sogno di mia madre era di avere una bambina tutta vestita di rosa che facesse qualche sport da bambina e non che sguazzasse nei prati con sempre in mano un pallone. Il nuoto sincronizzato fu l'occasione che aspettava.
Andavo qualche pomeriggio a settimana e mi piaceva anche. Le lezioni erano divertenti perchè si provavano gli esercizi sui tappeti elastici e poi in acqua. La cosa più spiacevole però erano i crampi: bisognava tenere tese le ditina dei piedi e questo ne comportava uno dietro l'altro.
C'era poi il "bellissimo" tappa-naso, oggetto indispensabile di una vera sincronette. Ogni tanto ce lo facevano togliere e lo buttavano in acqua così che affondasse e il nostro compito era quello di andarlo a recuperare sul fondale (i bimbi piccoli non amano mettere la testa sott'acqua).
Sono durata circa sei mesi, fino al saggio.
La cosa che non sopportavo erano

La prima sfida

Ero in terza media e durante l'intervallo incontro in bagno la ragazza della squadra di pallavolo della scuola che più odio. Mi raggiunge alle spalle e mi fa "toc toc!". Mi giro e mi guarda con un sorriso splendente, poi mi dice: "hai visto la mia tuta? E' della Pro Patria, la società in cui gioco, la più famosa di Milano. E tu? Tu che sei così forte, in che squadra giochi?".
Io giocavo a pallavolo solo a scuola e non avevo neanche idea che esistessero le società.
Le risposi semplicemente: "gioco col Gianluca* nella squadra della scuola, ho anche il suo numero!!!".
Ricordo come se ne uscì sgignazzando dal bagno e io che pensavo a cosa cavolo volesse da me, che anche se non giocavo in una squadra ero comunque più forte di lei.
Non so come, nei giorni successivi, altre compagne della squadra della scuola mi parlarono dell'incontro con la nemica nel bagno e mi dissero: se lei gioca in una squadra, perchè non vai a giocarci anche tu? Lo diciamo al nostro allenatore e una sera vieni a fare un allenamento.
Fu così che una settimana dopo ero nella palestra Bacone tra decine di sconosciuti che mi volevano vedere all'opera.
Ricordo ancora che avevo su una maglietta viola. E poi vi scriverò anche perchè me lo ricordo così bene.
Il provino andò bene e all'alba dei miei 13 anni e mezzo, Gennaio 1997, venni presa nell' under14 B della Pro Patria. Insieme alla mia nemica di scuola, che era già lì da Settembre.
Se pochi giorni prima mi odiava in modo silenzioso...l'odio si fece ogni giorno maggiore quando non solo entrai nella sua squadra ma diventai pure titolare! La mia prima doppia soddisfazione.
Tornando alla maglietta viola...