Ovvero tomo enciclopedico dedicato alle balene.
689 pagine + indice ragionato dei termini marinareschi per un totale di 701 pagine.
Scritto nel 1851
E' stato un libro difficile da leggere, lo ammetto. Eppure l'avevo affrontato con entusiasmo perché la storia di Moby Dick la balena bianca la si conosce forse anche senza il bisogno di leggerla ed ero curiosa di vedere come si sarebbe composta una pagina dopo l'altra.
La prima sensazione? Incredulità.
La protagonista del titolo e del libro...compare solo a pagina 652. Prima? Solo un lungo diario di viaggio della baleniera Pequod capitanata da Achab e descritta da Ismaele.
La balena bianca non compare se non nelle ultime pagine del libro ma prima...sembra di sfogliare un'enciclopedia di queste enormi abitanti dei mari. La balena viene analizzata in ogni sua razza, conformazione e misura. Pagine su pagine sulla sua cattura, sui suoi comportamenti, sui modi per ricavarne olio e spermaceti. Alcuni passi poi sono davvero cruenti e
leggere di come la squartavano risulta fastidioso.
Il testo è ricco di termini del gergo marinaresco e per capire il lavoro di un marinaio a bordo di una baleniera occorre fare avanti e indietro dall'indice per capire di cosa stia parlando...
La traduzione poi è fatta in una lingua italiana "antica" e poco scorrevole.
L'ho trovato un libro monotono e privo di entusiasmo da cui traspariva sempre in qualche modo il tragico finale.
Salvo solo questi "aforismi" scelti personalmente:
- l'ignoranza è madre della paura
- "...e mi si sfondi anche il corpo quando che sia, poichè sfondarmi l'anima non potrà nemmeno Giove".
- il mondo è una nave che fa una traversata e non un viaggio di andata e ritorno
- non esiste posto che eguagli il letto per aprirsi confidenza tra amici
- non esiste qualità a questo mondo che sia quello che è se non per contrasto. Niente esiste in sé
- nessuno può sentire la propria identità come si deve a meno che non tenga gli occhi chiusi
- guardate come diventano elastici i nostri più rigidi pregiudizi quando intervenga l'affetto a piegarli
- le cose straordinarie sono sempre le più difficili a descriversi
- un uomo che non abbia nessuna paura è un compagno di gran lunga più pericoloso di un vigliacco
- ciò che si dice nell'ardore si disdice da sé
- le necessità più profonde del nostro essere ci spingono innanzi
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