Ispirato alla storia vera di un gruppo di donne tedesche che durante la Seconda Guerra Mondiale vennero obbligate ad assaggiare il cibo per il Fuhrer.
Verità venuta a galla ufficialmente intorno al 2010 alla morte di una di loro (non ufficialmente era qualcosa di cui si mormorava anche prima, ma forse rientrava anche quello nel complottismo vintage).
Film lento che non riesce a fare completamente centro nonostante il tema si prestasse ad un facile coinvolgimento degli spettatori
Sette donne vengono precettate dai soldati che, senza dire loro nulla, le rinchiudono in una struttura militare dove vengono utilizzate come cavie per assaggiare il cibo che verrà poi servito ad Hitler. Due volte al giorno il gruppo di donne si ritrova quindi in "caserma" per adempiere ad un lavoro lautamente pagato ma anche potenzialmente fatale. Nervosismo e paura sono ingredienti costanti dei pasti che si svolgono quasi sempre in un angoscioso silenzio. Verso la fine della guerra non viene più permesso alle donne di tornare a casa tra i pasti e quando qualcuna di loro stramazza al suolo con la bava alla bocca il panico prende il sopravvento. Vittoria o sconfitta non fa più differenza, tutte vogliono solo una cosa: che quella tortura finisca.
C'è spazio anche per della solidarietà tra donne e per gli onnipresenti delatori, per una relazione extraconiugale e per l'osservanza delle leggi che fa diventare gli uomini peggio delle bestie.
Ennesima ricostruzione dedicata ad uno dei tanti orrori compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale; la cosa forse meno scontata e conosciuta è che non furono solo gli ebrei ad essere usati come cavie ma anche gli stessi cittadini tedeschi.
Giudizio finale: un film che sarebbe stato bene su rete4 negli anni '90
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